La Riforma n. 6

Questa settimana, ricordiamo e celebriamo la Riforma Protestante.

Giovanni Diodati

William Tyndale, Giovanni Diodati e la Traduzione della Bibbia in Lingua Volgare

Ho tradotto la Bibbia per aprire agli italiani la porta della scienza celeste.

Giovanni Diodati


Se la Riforma del XVI secolo si avviò grazie alla diffusione della conoscenza delle sacre Scritture, un’arma potente per tentare di rallentarla fu la redazione nel 1559 dell’Indice dei libri proibiti da parte del papa Paolo IV. L’Indice, che rimase in effetto fino al 4 febbraio 1966 quando la Congregazione per la dottrina della fede l’abolì, vietò la stampa e la lettura di versioni della Bibbia in lingua volgare senza l’esplicito permesso della gerarchia romana. Come però dichiarò l’apostolo Paolo, scrivendo dalla prigione: “Io soffro fino ad essere incatenato come un malfattore; ma la parola di Dio non è incatenata” (2 Timoteo 2:9).

Nonostante l’interdetto, dunque, molti si adoperarono per tradurre, stampare, divulgare e far conoscere le Scritture tra i popoli europei nelle varie lingue volgari. Uno dei primi riformatori a sfidare l’opposizione romana all’accessibilità della Bibbia fu l’inglese William Tyndale (c.1494 – ottobre 1536), studioso e linguista che seguì l’esempio di Lutero e si impegnò a tradurre la Bibbia in inglese direttamente dai testi in lingua originale, ossia l’ebraico e il greco. Tyndale dovette eseguire il suo lavoro di nascosto per la forte opposizione della chiesa e del re d’Inghilterra.

Tyndale manifestò il suo zelo in uno scontro con un certo ecclesiastico influente che asserì: “Sarebbe meglio essere senza la legge di Dio che senza quella del papa.” Tyndale, imperturbato, gli ribatté francamente: “Io sfido il papa e tutte le sue leggi. Se Dio mi risparmia la vita, fra non molti anni farò conoscere le Scritture a un ragazzo che guida l’aratro più di quanto non le conosciate voi.” Questo suo zelo gli sarebbe poi costato la vita. Nel 1536, infatti, Tyndale fu legato al rogo, strangolato e poi bruciato, tutto perché “bisogna ubbidire a Dio anziché agli uomini” (Atti 5:29). Fino all’ultimo, Tyndale non rinunciò al suo impegno, ma morì pregando: “Signore, apri gli occhi del re d’Inghilterra!”

Importante per quanto concerne la storia in Italia fu l’opera di Giovanni Diodati che nel 1607 pubblicò a Ginevra la sua traduzione della Bibbia in lingua italiana. Mentre altri l’avevano già tradotta in italiano, Diodati fu il primo a farlo dai testi originali ebraici e greci. Le altre versioni, come quella che il papa Benedetto XIV avrebbe autorizzato nel 1757, rendevano in italiano la Vulgata latina di Girolamo, ovvero una traduzione di una traduzione.

Di conseguenza, alcune anomalie della traduzione latina (come il “fate penitenza” anziché “ravvedetevi” in Matteo 4:17) rimasero invariate. L’opera di Diodati, invece, diede agli italiani la possibilità di comprendere meglio il senso delle Scritture nella loro forma originale. La Bibbia di Diodati, una delle più rinomate opere in lingua italiana, può considerarsi l’antenato della Nuova Diodati e della Nuova Riveduta, le due versioni contemporanee più usate nelle chiese evangeliche in Italia.

Papa Pio IV

Il Concilio di Trento e la Controriforma

Se qualcuno afferma che l’empio è giustificato dalla sola fede, così da intendere che non si richieda nient’altro con cui cooperare al conseguimento della grazia della giustificazione e che in nessun modo è necessario che egli si prepari e si disponga con un atto della sua volontà; sia anatema.

Concilio di Trento
Sessione VI, canone 9


La Controriforma, a volte chiamata anche riforma cattolica, fu la reazione della gerarchia romana al movimento protestante che aveva messo in discussione molti punti cardinali del sistema ecclesiastico medievale che si basava sul potere papale. Benché vari individui e gruppi fedeli al papa avessero già contestato le istanze protestanti, la risposta definitiva della chiesa di Roma trovò espressione al Concilio di Trento convocato per la prima volta nel 1542 dal papa Paolo III e chiuso nel 1563 sotto Pio IV.

Il lavoro del concilio fu sia polemico sia costruttivo. Da una parte cercò di arginare il propagarsi di idee protestanti, dall’altra tentò di rimediare ai problemi, ritenuti legittimi, individuati dagli stessi. Mentre il concilio di Costanza (1414 – 1418) aveva già previsto la necessità di una riforma, solo la minaccia protestante nel XVI secolo la rese urgente.

Nel rivendicare e rafforzare il primato della chiesa romana, la Controriforma ebbe molto successo, grazie in gran parte ai nuovi ordini religiosi creati allo scopo di ravvivare la pietà popolare, nonché di ampliare la portata dell’autorità ecclesiale tramite opere missionarie. Tale fu il desiderio di Ignazio di Loyola, fondatore della Compagnia di Gesù (ovvero i gesuiti) e autore del libro Esercizi Spirituali, acclamato ancora oggi come campione della fede cattolica contro le incursioni eretiche.

Si ammette che i riformatori protestanti, essendo persone fallibili, commisero sbagli, errori e peccati di vario tipo. Tuttavia, il Dio che sceglie per il suo servizio “vasi di terra affinché questa grande potenza [del vangelo] sia attribuita a Dio e non a noi” (2 Corinzi 4:7) si servì di loro per ripristinare la predicazione della sua parola in Europa. Purtroppo, la gerarchia romana non ne volle sapere nulla, preferendo invece anatemizzare chi predica la giustificazione “dalla sola fede” e contraddicendo così il chiaro insegnamento della Bibbia che “è per grazia che siete stati salvati, mediante la fede; e ciò non viene da voi: è il dono di Dio. Non è in virtù di opere affinché nessuno se ne vanti” (Efesini 2:8-9).

Il Concilio di Trento e la Controriforma indurirono dunque la chiesa di Roma nella sua intransigenza contro la vera riforma “secondo l'unica parola di Dio cui dobbiamo credere e ubbidire in vita e in morte” (Confessione di Barmen). Gli anatemi promulgati contro la fede evangelica rimangono in effetto tutt’ora, il che annulla qualsiasi possibilità di riunione delle due confessioni. Eppure, quella stessa parola di Dio che iniziò la Riforma nel XVI secolo potrebbe portarla a compimento nel nostro, e dobbiamo continuare a pregare Dio che così farà.